l primo compleanno di un bambino è un momento importante di cambiamento, anche alimentare: come si trasforma la sua dieta? E come vanno scelti, combinati e preparati gli alimenti? Facciamo il punto con la biologa e nutrizionista Marzia Delitala
«Secondo le più recenti linee guida, a un anno lo svezzamento può dirsi concluso e ormai al bambino si propongono pasti completi, non così diversi da quelli del resto della famiglia». Sono parole di Marzia Delitala, biologa nutrizionista, specialista in microbiologia e virologia ed esperta in bioterapia nutrizionale e nutrizione clinica: insieme a lei andiamo a scoprire cosa è bene proporre al bambino dopo che soffia sulla sua prima candelina; una fase di grandi trasformazioni, in cui anche l’alimentazione si fa composita, ricca di sapori e consistenze nuove. «Il bambino sta sviluppando un rapporto sempre più autonomo con il cibo: lo tocca, prova a mangiare da solo, prima con le mani e poi col cucchiaino. Certo, per i genitori è un periodo faticoso, ma è anche divertente osservare i piccoli passi che il figlio compie verso l’autonomia. Sono progressi quotidiani che è importante assecondare».
Quali sono le norme alimentari di base in questa fase?
«Innanzitutto, genitori e bambino dovrebbero sedersi a tavola insieme, facendo del pasto un momento di condivisione. Le pappe andranno sostituite con pasti sempre più simili a quelli degli adulti, il che è un grosso incentivo a migliorare la qualità dell’alimentazione di tutta la famiglia. Ad esempio, si andranno a eliminare i cibi pronti, ricchi di additivi, conservanti e addensanti, che non sono salutari per nessuno, ma in particolare per un bambino così piccolo. Avviarlo a una dieta corretta contribuisce a prevenire il rischio di sviluppare, da adulto, un largo numero di patologie. Ogni pasto dovrebbe contenere una quota di carboidrati, una di proteine, grassi in misura limitata, frutta e verdura, il tutto non più sotto forma di pappa unica ma offrendo un primo e un secondo separati: a pranzo, ad esempio, si può preparare una pasta con sugo
di pomodoro o verdure, seguita da carne o pesce con contorno di carote o zucchine lesse; a cena un passato di verdure con olio e parmigiano, pane e poi un uovo; inoltre, sempre la frutta. Essenziale è poi la rotazione
degli alimenti nella settimana, per favorire la varietà: tre volte la carne (quattro al massimo), alternata con pesce, uova, formaggio e passati di legumi. Proprio i legumi offrono un ottimo apporto proteico, purché associati a un carboidrato complesso (riso o pasta con crema di lenticchie, ad esempio), per garantire tutti gli amminoacidi essenziali di cui l’organismo ha bisogno».
Un altro fattore centrale è la qualità.
«Questo è sempre il primo punto: tutto ciò che portiamo in tavola, e a maggior ragione in presenza di un bambino, dev’essere il meno trattato possibile, preferibilmente biologico, a chilometro zero, e di stagione per quanto riguarda frutta e verdura. Mangiando carne ricca di ormoni introduciamo nell’organismo sostanze che agiscono da interferenti sul
nostro sistema endocrino. Al contrario, scegliere il biologico, ove possibile, garantisce l’assenza di pesticidi, diserbanti e ormoni, ovvero sostanze potenzialmente cancerogene che, alla lunga, sono tra le prime cause di malattie anche gravi. Ovunque si raccomanda di consumare almeno 3/5 porzioni di frutta e verdura al giorno, ma attenzione: questa è un’abitudine virtuosa, e da stimolare nei bambini, però il primo passo è informarsi sulla provenienza dei cibi, e quindi sulla loro qualità».
A un anno, quali cotture vanno privilegiate? Ci sono alimenti da evitare, perché dannosi o potenzialmente allergizzanti?
«In questa fase sono adatte cotture al vapore per carne, pesce e verdure, queste ultime da preparare anche lesse, mentre è bene evitare gli stufati (e sicuramente i fritti): sono infatti da preferire le cotture veloci, perché favoriscono la digestione. L’olio extravergine d’oliva è il condimento ideale, meglio a crudo; il sale va ridotto al minimo. Tra gli alimenti da limitare fortemente ci sono gli insaccati: anche il prosciutto cotto, sebbene previsto nei programmi di svezzamento, non è un alimento valido per l’alta concentrazione di nitriti; a livello nutrizionale sarebbe meglio il crudo, ma mai prima dei due anni, perché la sua consistenza filamentosa comporta il rischio di soffocamento. Stesso discorso per i formaggini, che sono di scarsa qualità: è meglio optare per il parmigiano, che offre ottime quote di calcio, la ricotta o la robiola. Banditi anche i succhi a favore di spremute e frullati; e lo yogurt va preferito bianco, aggiungendo sul momento della frutta fresca. Quanto alle allergie, se il bambino non ne ha mai manifestate e non c’è familiarità, nella sua dieta si può inserire praticamente tutto: i cibi maggiormente allergizzanti restano latte vaccino e latticini, uova, pesce, arachidi e soia, ma un’introduzione graduale, un alimento per volta, limita ampiamente ogni rischio».
A proposito di latte, compiuto l’anno che prodotto è bene offrire?
«Si può introdurre il latte vaccino intero fresco, che contiene molte vitamine utili anche all’assorbimento del calcio. All’inizio lo si potrà diluire con acqua, per renderlo più digeribile. Allo stesso scopo si può provare il latte di capra. Essenziale resta la scelta, da parte dei genitori, di prodotti di qualità».
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